vai a inizio pagina

Villa Montecucco: storie di terreni e proprietà

Editorial staff

19 ottobre 2020

Agli inizi dell'Ottocento col nome di 'Pian del lago' si identificava la porzione di territorio compresa tra Castel Gandolfo e Marino, lungo il bordo del cratere e verso la spiaggia. Era considerata una zona a sé stante rispetto al borgo, tanto che le carte catastali distinguevano una sezione I col solo centro urbano, 'Castel Gandolfo', ed una sezione II, appunto, 'Castel Gandolfo Pian del lago'; con due mappature e due registri diversi. I terreni su cui sorgerà la villa, che si trovano appena a nord del confine col borgo, si trovano in questa seconda sezione. La registrazione del catasto del 1819 testimonia sulla maggior parte del perimetro dell'attuale proprietà Eni l'esistenza di una grande vigna, libera proprietà di un Giuseppe Galli, che possedeva anche un pascolo sul lato in pendenza; mentre un affittuario dal comune, tale Giuseppe Marroni di Sebastiano, occupava le area rimanenti, anche in questo caso con vigna e pascolo (1). Nei successivi tre decenni la grande vigna viene acquistata da Nicola Manzetti: alla metà del secolo solo la metà nord è ancora di proprietà, intestata alla figlia Caterina, insieme ad uno dei pascoli in affitto già a Giuseppe Marroni. La metà sud della vigna invece, con l'altro pascolo Galli, sono in affitto comunale al fratello di Caterina, Camillo Manzetti. Nel 1863 il marito di lei, Francesco Silvestri, riceve e registra in dote 'da essa e fratelli' la terra di lei, rimanendo di fatto compreso tra i terreni del cognato a Sud e quelli minori a nord, già Marroni, ora in parte frazionati agli eredi Dezi (2).

"Castello e Pian del Lago, un confine sottile"

Dalla dote al cardinale: nasce villa Montecucco

È in questa situazione che si inserisce la manovra di acquisizione fondiaria del Cardinal Camillo di Pietro, che in soli due anni acquisisce tutta l'area, realizzando una proprietà di profilo e ampiezza simili all'attuale. Figlio di Faustina Caetani, nipote di latifondista e personaggio di spicco nelle controversie della questione romano sabauda all'indomani del Regno d'Italia, rileva con tre istanze consecutive nello stesso giorno, il 6 luglio 1865, sia le enfiteusi di Camillo sia i terreni degli eredi Dezi e Marroni; al novembre del 1866 ha acquisito i Marroni; e tra il marzo ed il 30 settembre del 1867 (dieci giorni dopo essere stato nominato Vescovo di Albano) voltura a sé anche i terreni di Caterina. La grande vigna dei fratelli Manzetti è così idealmente ricostituita, inserita in una cornice verde di rispetto; il catasto registra che i due terreni ‘si ripongono' ex officio il 10 agosto del 1883, ‘diminuiti per passaggio in parte nel catasto urbano'. Su questi terreni è sorta villa Montecucco (3).

La prima villa è stata costruita tra il 1867 e il 1883

Alla luce di questa ricostruzione, l'arco di tempo in cui può essere stata costruita la prima villa si colloca tra il 1867, anno di acquisto del terreno, e il 1883, anno della registrazione nel catasto urbano. È verosimile però immaginare che il riaccatastamento sia successivo alla realizzazione, e corrisponda piuttosto ai preliminari testamentari del cardinale, che morirà il 6 marzo dividendo la proprietà tra i due fratelli: nella mappatura della sezione II, laddove si descrive il cambio di proprietà, il profilo della particella corrisponde già a quello del fabbricato. Purtroppo non è ancora possibile individuare una data precisa di costruzione. Da un lato, perché le modifiche sulle mappe venivano registrate per stratificazione, non sempre datate e riconoscibili per lo più per la diversa mano o il diverso colore (rosso), nel nostro caso fino al 1890. Dall'altra perché proprio quella fascia di territorio oscilla tra le due sezioni, a causa della sua prossimità all'urbano: il confine percepito come pertinenza del borgo arrivava quindi oltre la villa, mentre quello impostato al 1835 la escludeva, e così i dati dei terreni sono stati aggiornati nella sezione II, ma le modifiche urbane sono stratificate e descritte in dettaglio nel registro urbano, dove verranno recepite anche le successive variazioni di proprietà. Proprio il registro urbano manca; la ricerca si è estesa ai repertori notarili ed ai ristretti catastali, in cui ad esempio si legge al 12 giugno del 1888 l'estinzione degli affitti sulle particelle della proprietà Di Pietro, forse il riflesso dell'interessamento ad essa del suo secondo grande proprietario: il senatore del Regno d'Italia Giulio Monteverde, scultore di fama internazionale autore, tra l'altro, delle quadrighe di Palazzo Venezia a Roma.

"Non è ancora possibile individuare una data precisa di costruzione"