Noi che lavoriamo in archivio li chiamiamo "ricercatori". È un termine che usiamo da sempre e che sintetizza bene il complesso del nostro pubblico. Ma è impossibile non fare caso alla perplessità - quando non all'ilarità - che questa definizione suscita in azienda, tra i non addetti ai lavori d'archivio. È comprensibile, non dimentichiamoci che Eni fonda le sue radici proprio nella ricerca! Per l'azienda i ricercatori sono altro, sono i geologi, i sismologi, i fisici e tutti coloro che hanno cercato e ancora oggi cercano le fonti di energia, gli esploratori.
Ma proprio per questo retaggio aziendale le perplessità non ci disturbano, anzi. Ancora di più in archivio siamo fieri di definire ricercatori i nostri studiosi. Non ha importanza che titolo abbiano, quale carica ricoprano, se siano colleghi, ex colleghi, studenti, universitari, privati o semplici curiosi, per noi chiamarli ricercatori è decisamente calzante. In fondo, spieghiamo sempre a chi non è del mestiere, anche da noi si fa ricerca: si utilizzano gli strumenti a disposizione, se ne sperimentano sempre di nuovi e più all'avanguardia, si scava, sì proprio così, si scava in un passato più o meno noto e nonostante le delusioni in cui si può incappare, spesso si trova proprio quello a cui si voleva arrivare, se non addirittura di più! E in questi casi l'entusiasmo coinvolge i ricercatori e noi archivisti.