Il super archivio
L'archivio storico Eni ha una struttura articolata, frutto di una lunga storia di cure e di interventi a molte mani. Nato negli anni Ottanta per garantire la conservazione delle carte di Enrico Mattei ad opera del suo assistente, Vincenzo Gandolfi, l'ufficio "archivio storico" ha cominciato a prendere forma ormai quasi vent'anni fa, in seguito alla notifica di "notevole interesse storico" da parte della Soprintendenza Archivistica per il Lazio. Poligenetico per natura del soggetto che lo ha prodotto, è stato concentrato a partire dal 2006: l'operazione di raccolta e ricollocazione dei fondi dalle loro sedi è durata anni, dalle fasi dello spostamento fisico fino all'ordinamento e descrizione dei materiali, e ha visto l'avvicendarsi di molti progetti, persone e supporti descrittivi, cartacei prima e digitali poi. La stessa varietà di interventi è occorsa alla struttura logica, anch'essa necessariamente in movimento (ancora circa il 40% dei materiali è in corso di schedatura, oltre alle rettifiche parziali dovute alle acquisizioni successive). Le Serie più ricercate, le prime ad essere inviate alla digitalizzazione, erano già state interessate da un'attività di normalizzazione e corrispondevano quindi ai parametri necessari: procedendo con gli invii però ci siamo resi conto che la complessità dell'albero rendeva progressivamente inutilizzabili gli strumenti di captazione automatica dei software.