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Il Cane a sei zampe, la vera storia

Un nuovo marchio per una nuova azienda

Editorial Staff

26 marzo 2020

La storia del cane a sei zampe è una storia che abbiamo sentito raccontare in tanti modi. C'è chi dice che il cane avesse originariamente quattro zampe ed Enrico Mattei ne avesse fatto aggiungere due. Chi è sicuro che rappresenti le quattro gomme della macchina più le due gambe dell'automobilista. Chi trova straordinarie somiglianze con animali spaventosi e fantastici rappresentati nell'arte africana, con la chimera etrusca. Qualunque sia la verità, cerchiamo di mettere ordine almeno tra quello che sappiamo per certo. Prima ancora della nascita dell'Eni, nel febbraio 1953, l'Agip e il suo direttore generale, Enrico Mattei, erano alle prese con un mercato dei prodotti petroliferi agguerrito e difficile da scalfire. Le "sette sorelle" - le grandi compagnie petrolifere americane e anglo-olandesi - presenti massicciamente su tutto il territorio italiano, avevano saldamente in mano la commercializzazione delle benzine. Inserirsi in questa situazione era un'impresa davvero difficile. Si trattava di conquistare la fiducia e l'attenzione di tutto il pubblico italiano.

Un concorso ci salverà!

Le mosse furono tutte giocate nel campo della comunicazione e proprio in quest'ambito, nella primavera del 1952, si decide di dar vita ad un grande concorso, pubblicato sulle pagine della rivista Domus, allora diretta da Giò Ponti. L'idea era individuare il marchio per la benzina "Supercortemaggiore" e per l'"Agipgas", i due prodotti di punta e i relativi cartelloni pubblicitari. Parteciparono al concorso oltre 4.000 bozzetti (questa massiccia partecipazione fu certamente "spinta" dal ricco premio in palio: 10 milioni di lire) valutati da una giuria composta da Giò Ponti, Mario Sironi, Mino Maccari, Antonio Baldini (Presidente della quadriennale d'arte di Roma), i giornalisti Dante Ferrari e Silvio Negro, la signora Renata Boldrini e il professor Luigi Faleschini, a capo dell'ufficio studi di Eni.

"Animali spaventosi e fantastici. Chimera etrusca. Lupa romana"

Dalla mente dello scultore

Nel settembre del 1952 la giuria è pronta a comunicare le decisioni: vincono a pari merito Carlo Dradi e Fulvio Pardi nella sezione "Marchio Supercortemaggiore". Vince il Cane a sei zampe nella sezione "Cartellone Supercortemaggiore" (con il titolo 3x3). Hanno partecipato al concorso personaggi di spicco del mondo della grafica italiana: Fortunato Depero, Armando Testa, Marcello Nizzoli. Alla fine a vincere con il Cane a sei zampe è un grafico milanese, Giuseppe Guzzi. Questo almeno stando a quanto dichiarato nel verbale del concorso. Giuseppe Guzzi, anche grazie al ricco premio incassato, deciderà di trasferirsi in Argentina, dove poco dopo andrà a vivere, facendo perdere le proprie tracce. Ma la storia non finisce qui… In effetti la paternità del marchio non era affatto riconducibile a Giuseppe Guzzi. Nel 1983 infatti il figlio dello scultore Luigi Broggini, rese nota la paternità del marchio. Il nome di Broggini compare anche, già nel 1952, nella lettera in cui si comunica a Fortunato Depero la sua mancata vittoria. La sezione "è stata vinta dallo scultore Luigi Broggini", che evidentemente non amava collegare il suo nome ad opere di carattere, diciamo così, "commerciale".

Le intuizioni di Enrico Mattei

Questa è la storia che ci raccontano i documenti. Ma manca il finale. Come fu che da cartellone il Cane divenne marchio? Questo finale ci costringe ad abbandonare i documenti d'archivio e tornare a guardare alla leggenda. "Dicono" che nella primavera del 1953 Enrico Mattei e il suo capo della pubblicità Alberto Alì fossero stati costretti a raggiungere San Donato Milanese in macchina, da Roma, passando per l'Aurelia, a causa di una brutta nebbia. "Dicono" che l'ossessivo rincorrersi dei cartelloni del cane a sei zampe "Supercortemaggiore, la potente benzina italiana", colpisse Enrico Mattei tanto da fargli dire: "questo cane è proprio bello. Facciamone il nostro marchio!" Detto fatto. Nel settembre del 1953 il nuovo marchio veniva depositato all'ufficio centrale brevetti di Roma con questa sintetica descrizione: "Il marchio consiste in una impronta rettangolare, a fondo giallo e limitato da una linea rossa. Nel centro, in nero, trovasi un animale a sei zampe, somigliante ad un cane, volto verso la sinistra di chi guarda, ma con la testa che guarda all'indietro. La bocca è spalancata e da essa esce una fiamma rossa" (re. N.113252).

"Questo cane è proprio bello. Facciamone il nostro marchio!"