Regia:
Giuseppe Ferrara
Anno:
1964
Genere e durata:
documentario
Edizione:
italiano
Tipologia supporto:
Digitale: Betacam non restaurato;
Magnetico: DVD;
Pellicola: 16 mm [2]
35 mm [1]
16 mm
35 mm
Altri crediti:
sceneggiatore: Leonardo Sciascia;
direttore della fotografia: Aldebrando De Vero;
Giuseppe Pinori;
Luigi Sgambati;
Maurizio Salvatori;
Ruggero Faido;
Mario Carbone;
editore: Edizioni Musicali rete srl;
produttore: Documento Film
Contenuto:
Scoperto il petrolio a Gela, I'Eni costruisce uno stabilimento petrolchimico. Il documentario descrive le fasi della costruzione mostrando, a fianco dello sviluppo industriale, la sopravvivenza di antiche usanze isolane, come la festa di San Giuseppe, dove i bambini e gli anziani del paese fanno rivivere i colori e i suoni di un passato millenario. Sono gli anni di quell'imponente flusso migratorio che dal meridione del Paese raggiunge le grandi città del nord, dando vita ad una profonda trasformazione culturale ed economica come mai prima di allora l'Italia aveva vissuto. Accanto a straordinari risultati di crescita economica, questo processo produce anche inevitabili contraddizioni negli assetti sociali nuovi che va determinando. Un'ispirazione forte e poetica nel testo, scritto da Leonardo Sciascia, che consente al regista Giuseppe Ferrara di raccontare il tema della necessità dello sviluppo industriale e, insieme, la forte volontà di una cultura che non vuole perdere le sue radici.
Nell'estate del 1960, subito dopo la posa della prima pietra dello stabilimento di Gela, cominciarono le trattative tra il "Servizio pubblicità" e la casa di produzione cinematografica di Giorgio Patara. La "Documento Film" invia all'Agip un preventivo di massima per la produzione di un "documentario a lungometraggio" sulla realizzazione degli impianti petrolchimici di Gela, della lunghezza di 1500 metri, a colori e con un commento musicale originale "eseguito da grande orchestra".
Nel documentario sono evidenziate l'arretratezza e la grande povertà di questa zona della Sicilia, che si basa su un'economia sostanzialmente agricola, nonostante sia sul mare. Un luogo nel quale la vita scorre "come fuori del tempo", tra feste religiose a rituali antichi. Fino a quando arrivano le ruspe del gruppo Eni a spianare i cinquecento ettari di terreno su cui dovrà sorgere lo stabilimento "Anic Gela". La scoperta del petrolio e la costruzione degli impianti petroliferi farà cambiare volto a Gela, "ma molto lentamente e dopo aver superato l'iniziale diffidenza" scrive Leonardo Sciascia - al quale era affidato il commento parlato del film - in un pezzo scritto per la rivista aziendale Il Gatto Selvatico (numero speciale su Gela, marzo 1964).
Vedi di più Vedi di meno
Dati tecnici:
Cromatismo:
colore
Lingua:
italiano
Pellicola:
16 mm [2]
35 mm [1]
16 mm
35 mm
Magnetico:
Betacam non restaurato
Digitale:
DVD
Regia:
Giuseppe Ferrara
Anno:
1964
Genere e durata:
documentario
Edizione:
italiano
Tipologia supporto:
Digitale: Betacam non restaurato;
Magnetico: DVD;
Pellicola: 16 mm [2]
35 mm [1]
16 mm
35 mm
Altri crediti:
sceneggiatore: Leonardo Sciascia;
direttore della fotografia: Aldebrando De Vero;
Giuseppe Pinori;
Luigi Sgambati;
Maurizio Salvatori;
Ruggero Faido;
Mario Carbone;
editore: Edizioni Musicali rete srl;
produttore: Documento Film
Contenuto:
Scoperto il petrolio a Gela, I'Eni costruisce uno stabilimento petrolchimico. Il documentario descrive le fasi della costruzione mostrando, a fianco dello sviluppo industriale, la sopravvivenza di antiche usanze isolane, come la festa di San Giuseppe, dove i bambini e gli anziani del paese fanno rivivere i colori e i suoni di un passato millenario. Sono gli anni di quell'imponente flusso migratorio che dal meridione del Paese raggiunge le grandi città del nord, dando vita ad una profonda trasformazione culturale ed economica come mai prima di allora l'Italia aveva vissuto. Accanto a straordinari risultati di crescita economica, questo processo produce anche inevitabili contraddizioni negli assetti sociali nuovi che va determinando. Un'ispirazione forte e poetica nel testo, scritto da Leonardo Sciascia, che consente al regista Giuseppe Ferrara di raccontare il tema della necessità dello sviluppo industriale e, insieme, la forte volontà di una cultura che non vuole perdere le sue radici.
Nell'estate del 1960, subito dopo la posa della prima pietra dello stabilimento di Gela, cominciarono le trattative tra il "Servizio pubblicità" e la casa di produzione cinematografica di Giorgio Patara. La "Documento Film" invia all'Agip un preventivo di massima per la produzione di un "documentario a lungometraggio" sulla realizzazione degli impianti petrolchimici di Gela, della lunghezza di 1500 metri, a colori e con un commento musicale originale "eseguito da grande orchestra".
Nel documentario sono evidenziate l'arretratezza e la grande povertà di questa zona della Sicilia, che si basa su un'economia sostanzialmente agricola, nonostante sia sul mare. Un luogo nel quale la vita scorre "come fuori del tempo", tra feste religiose a rituali antichi. Fino a quando arrivano le ruspe del gruppo Eni a spianare i cinquecento ettari di terreno su cui dovrà sorgere lo stabilimento "Anic Gela". La scoperta del petrolio e la costruzione degli impianti petroliferi farà cambiare volto a Gela, "ma molto lentamente e dopo aver superato l'iniziale diffidenza" scrive Leonardo Sciascia - al quale era affidato il commento parlato del film - in un pezzo scritto per la rivista aziendale Il Gatto Selvatico (numero speciale su Gela, marzo 1964).
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Dati tecnici:
Cromatismo:
colore
Lingua:
italiano
Pellicola:
16 mm [2]
35 mm [1]
16 mm
35 mm
Magnetico:
Betacam non restaurato
Digitale:
DVD