L’Archivio Storico è in una struttura nel parco di Villa Montecucco a Castel Gandolfo, in prossimità del Palazzo Apostolico e affacciata sul lago di Albano. Realizzata nella seconda metà dell’Ottocento dal cardinal Camillo di Pietro, già vescovo di Albano, appartenne fino al 1917 a Giulio Monteverde, senatore del regno e scultore di fama internazionale, che la utilizzò come residenza estiva.
Nel 1923 la villa venne venduta ad Alberto Manzifè, consigliere di amministrazione della Società Montecatini, che la ampliò aggiungendo, tra l’altro, il bellissimo terrazzo con affaccio sul lago. Nel 1943 la villa passò ancora di mano. Questa volta l’acquirente è Ugo Calderai, un costruttore romano di una certa fama. Nel 1944 la villa venne occupata dall’esercito tedesco che ne fece il proprio quartiere generale. Con l’arrivo degli Alleati e il recupero del bene, Calderai decise di vendere la villa ai padri Pallottini che la tennero ininterrottamente fino al 1970, quando Eni l’ acquistò per farne il suo centro di formazione.
Oggi accanto alla prestigiosa Villa Montecucco è presente un altro fabbricato destinato alla conservazione e alla consultazione dell’archivio storico. Scaffali compatti, sistemi di monitoraggio di temperature e umidità, contenitori speciali per la conservazione delle diverse tipologie di documenti fanno della nostra sede un ambiente ideale per la conservazione di lungo periodo. Per i ricercatori sono disponibili computer, scanner e visori per le fotografie e le diapositive.
Abbiamo progettato uno spazio ampio e luminoso, grandi tavoli, strumenti per facilitare la riproduzione dei nostri materiali con l’obiettivo di rendere agevolare i ricercatori nella loro attività di consultazione e studio. Da un punto di vista della conservazione abbiamo scelto i più moderni sistemi di tenuta e monitoraggio delle carte, delle pellicole, delle fotografie e di tutto quanto costituisce il nostro patrimonio.
Particolare attenzione è dedicata alle pellicole ed in particolare a quelle più datate, per le quali un ambiente a temperatura intorno ai 18 gradi ne preserva l’integrità. Anche il sistema di illuminazione è studiato nel rispetto degli standard di conservazione.
La sala ha luce naturale diretta, postazioni con PC per l’analisi degli inventari, grande tavolo per la consultazione dei materiali fuori formato, fotocopiatrici, scanner, moviole, in maniera da consentire la visione (e la riproduzione previa autorizzazione) dei documenti necessari alla ricerca.
Pini, Platani, Acacie, Tigli, Cipressi, Ippocastani, Lecci, Olmi, Cedri, Palme, Magnolie, Ontani e piccoli uliveti rappresentano lo straordinario patrimonio boschivo. I vialetti interni sono ornati da un susseguirsi di siepi arbustive di varie specie: Oleandro, di Lauro Ceraso, di Alloro, di Pitosforo e di Bosso. Un angolo di paradiso con una straordinaria vista sul Lago di Albano.
Affacciato sul lago di Albano e nato sul cono vulcanico di Monte Cavo, Castel Gandolfo è inserito nel circuito dei “borghi più belli d’Italia” grazie ad un centro storico ben conservato e pedonale, dista poco più di 20 km dalla capitale da cui è facilmente raggiungibile anche con trasporto pubblico.